Sanità: sconcertante la gestione di Tondo e Bertoli

È sconcertante la superficialità con cui è gestita la delicata questione della Sanità regionale e isontina. Tondo per mesi dichiara di voler creare un’unica azienda sanitaria in regione, poi passa a tre e infine rinvia tutto a dopo le elezioni, dimostrandosi confuso e inconcludente. L’unico suo chiodo fisso è la volontà di cancellare l’Azienda isontina, tradendo le sue promesse elettorali e rivelandosi anche falso e inaffidabile. Ma creano disorientamento anche alcuni comportamenti e dichiarazioni del direttore generale dell’Azienda isontina, Bertoli.
Al confronto pubblico organizzato da SEL presso il Bratuž , alcuni giorni fa, ha sostenuto che realizzare il punto nascita unico sulle due sedi di Gorizia e Monfalcone non è possibile, perché il problema non è economico, ma di sicurezza. Pochi giorni dopo, in occasione della presentazione della nuova smart-tv donata al nostro reparto materno-infantile, ha affermato che il punto nascita unico su due sedi è certamente possibile, se la Regione stanzierà le risorse, contraddicendosi platealmente.
Sempre in occasione del citato confronto pubblico ha sostenuto che la chiusura del reparto di Medicina nucleare, che offriva a Gorizia 2.000 prestazioni all’anno, sarà definitiva, e non temporanea, come aveva assicurato il suo predecessore Cortiula. Ha colpito la motivazione riportata da Bertoli: “da quando abbiamo chiuso il servizio a Gorizia, i pazienti non si sono lamentati”. Ma le lamentele o meno dei malati di tumore che si sottopongono all’esame, preoccupati innanzitutto di sopravvivere, possono essere il criterio per decidere il futuro di un reparto? Che professionalità dimostra una direzione che adotta questi criteri?
Bertoli ha detto anche che la riduzione degli orari degli sportelli per le vaccinazioni sarebbe stata la conseguenza di una richiesta da parte del servizio. Risulta invece che il personale medico ed infermieristico che gestisce direttamente il servizio ha scritto una lettera alla direzione generale contro la riduzione degli orari, e lo stesso hanno fatto 8 sindaci dell’Alto isontino.
Infine, sulla proposta del centrosinistra, sostenuta anche dal sindaco Romoli, di ridurre a 4 le Aziende sanitarie regionali, una per provincia, invece delle 3 proposte da Tondo, Bertoli ha detto che potrebbe essere una buona mediazione politica, ma alla lunga non sarebbe sostenibile. Come mai Bertoli non dice nulla sull’insostenibilità delle due cliniche universitarie, delle due cardiochirurgie, delle due neurochirurgie, vere fornaci dello spreco in regione? Forse per non schierarsi contro i poteri forti di Udine e Trieste?
Da anni ormai i direttori generali nell’Azienda isontina si succedono con una rapidità impressionante, che non lascia alcuno spazio ad una seria programmazione. Vengono qui persone esterne ed estranee al territorio, che spesso s’improvvisano nel nuovo ruolo e si proiettano velocemente verso altre destinazioni. Il rischio sempre più evidente è che si trasformino in liquidatori della nostra sanità, e che a farne le spese siano i cittadini dell’Isontino.
Giuseppe Cingolani, capogruppo del Pd di Gorizia

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