Per il candidato sindaco Regione e Comune lottizzano le manifestazioni in cambio di consenso
«Il Pdl regionale vuole instauraurare un regime clientelare sulla cultura». È netta la presa di posizione del candidato sindaco, Giuseppe Cingolani, dopo l’intervista di ieri [5 gennaio, ndr] dell’assessore regionale Elio De Anna sui nuovi criteri di finanziamento alla cultura. «De Anna parla di “cianfrusaglie” riferendosi a tutte le manifestazioni che non sono di suo gusto. Ma si rende conto della gravità di quello che dice? Non solo usa un linguaggio rozzo e inadeguato, ma offende centinaia di persone che da anni operano, in forma spesso totalmente gratuita, per offrire iniziative culturali ed educative che hanno richiesto decenni per raggiungere l’eccellenza».
«De Anna, bontà sua, accanto ai professionisti aggiunge che ci sono i “missionari”, cioè gli ingenui e i sognatori che, magari privi di un “padrino” in regione o al comune, investono passione e risorse per arricchire il territorio. Tutto questo – osserva Cingolani – non serve a fare soldi, come crede il Pdl, ma a stimolare lo studio, la fantasia e l’avvio di nuovi progetti da parte dei giovani e non solo».
Cingolani si chiede se «pure Romoli e Valenti, pubblici estimatori e compagni di partito dell’assessore, apprezzino le sue “brillanti” dichiarazioni. Sono molto preoccupato per una visione aziendalistica della cultura secondo cui prima vanno garantiti i “professionisti” a cui erogare contributi a fondo perduto, e poi si pensa a tutti gli altri. Ma – si chiede il candidato sindaco – il rischio di impresa esiste solo per chi non ha “santi in paradiso”? Le aziende non devono vivere della loro capacità imprenditoriale, anziché dipendere dai soldi pubblici?».
Per Cingolani «è chiaro che il centro-destra fa confusione e penalizza il no profit. Ma c’è di più. De Anna come Romoli vuole continuare con i criteri “politici” con cui hanno favorito gli “amici” per ottenere consenso. Mi chiedo, infatti, quale sia la proporzione tra costi e benefici delle ultime iniziative finanziate da Regione e Comune, dove guarda caso vengono sponsorizzati a un buon prezzo gli amici. Per questo diciamo no alla mercificazione e alla lottizzazione del sapere. Serve trasparenza e merito anche per la cultura».