Azienda sanitaria isontina: la Regione non faccia terra bruciata

Ancora un direttore generale della nostra Azienda sanitaria trasferito: il terzo in tre anni. Se ciò che è stato prospettato in questi giorni si verificasse, e il dottor Cortiula lasciasse realmente l’Isontino per assumere la guida della direzione regionale della sanità, sarebbe chiaro quel che sta accadendo: la Regione taglia le gambe alla nostra Azienda, stroncando sul nascere la possibilità stessa di un lavoro continuativo e di una progettualità a lungo termine.

La continuità è importante per portare avanti il tanto lavoro che c’è ancora da fare: finora non si è certo rimediato a tutte le pesanti carenze dei nostri servizi sanitari, e sono richieste anche precise scelte regionali, oltre che un’efficace programmazione e conduzione aziendale. È essenziale ad esempio pretendere che la nuova gestione dell’Area vasta con Trieste non tolga dignità e forza contrattuale all’Azienda isontina e non sia l’anticamera del suo accorpamento. Negli accordi di Area vasta bisogna avanzare precise richieste a favore della nostra Azienda, come il ristabilimento di un trattamento equo e paritario tra noi e Trieste nei finanziamenti, nel personale e nei servizi di assistenza territoriale, come anche nei servizi di anatomia patologica, favorendo la mobilità del personale verso la nostra Azienda. Da noi è infatti ancora acuto il problema della carenza di personale, che va integrato e motivato. I finanziamenti devono essere erogati non per Area vasta, ma alle singole Aziende, evitando di accentrare esclusivamente in mani triestine il potere decisionale e la leva economica. È importante garantire il mantenimento di Medicina nucleare, salvaguardare i nostri servizi di medicina trasfusionale e di terapia intensiva e istituire finalmente un centro di livello regionale per le malattie correlate all’amianto. È urgente avviare una programmazione complementare dei servizi sanitari transfrontalieri.

Chiediamo insomma di valorizzare e migliorare una realtà sanitaria complessa che rischia altrimenti di diventare sempre meno capace di rispondere ai bisogni reali della popolazione.

Giuseppe Cingolani, segretario del Partito Democratico di Gorizia

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