Distruggere l’importante funzione formativa e sociale del Cossar-Da Vinci, costringere una dirigenza scolastica a gestire addirittura 2.000 alunni, azzerare l’identità e la specificità stessa del territorio goriziano: sarebbero questi gli effetti della decisione del dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Daniela Beltrame, tesa a negare l’autonomia scolastica alle scuole professionali di Gorizia, accorpandole al D’Annunzio in base ad un’incomprensibile interpretazione della legge nazionale.
Il Cossar-Da Vinci ha attualmente 470 iscritti. Secondo la legge 98 del 6/7/2011 possono godere dell’autonomia e di una dirigenza propria le scuole con almeno 500 alunni, ma il limite minimo si abbassa a 300 nelle aree geograficamente caratterizzate da specificità linguistiche. La legge non restringe quest’ultima possibilità alle sole scuole con lingua d’insegnamento diversa dall’italiano, ma alle intere aree con specificità linguistica. In Italia quale area più del goriziano si caratterizza in questo modo? Come si fa a dimenticare che nel nostro territorio in molti Comuni sono vigenti leggi come quella nazionale 482/’99 e quella regionale 38/2001, per la tutela delle minoranze linguistiche friulana e slovena? Non riconoscere questa fondamentale caratteristica al nostro territorio significa snaturarlo, negarne la storia, l’identità, la cultura, le risorse, introducendo un principio pericoloso per il futuro.
La direttrice regionale Beltrame vorrebbe accorpare il D’Annunzio, scuola ad indirizzo liceale e tecnico con più di 900 alunni, e il professionale Cossar-Da Vinci (470 alunni), assegnando entrambe alla dirigente Anna Condolf, che oltretutto resterebbe preside reggente del Centro Territoriale Permanente (circa 600 iscritti), dedito alla formazione degli adulti. Si formerebbe così un polo scolastico dalle dimensioni esagerate e per nulla funzionali: circa 2.000 iscritti. È chiaro che in questo modo diverrebbe impossibile proseguire il prezioso lavoro che oggi viene svolto al Cossar-Da Vinci, dove insegnanti e dirigente seguono da vicino i ragazzi e le loro famiglie, spesso coinvolti in varie forme di disagio sociale, attraverso un lavoro quotidiano di ascolto e sostegno, teso anche ad evitare l’abbandono scolastico. Le incombenze burocratiche stritolerebbero ogni altra esigenza. Tutto questo accadrebbe in un momento positivo per il Cossar-Da Vinci: quest’anno le bocciature sono state abbattute di un terzo, dopo 5 anni alcuni alunni hanno superato l’esame di Stato a pieni voti e le iscrizioni sono in aumento. Da notare che spesso alle professionali di Gorizia i 500 alunni vengono superati verso dicembre, grazie all’iscrizione tardiva di molti ragazzi provenienti da altre scuole.
È significativo che la contrarietà all’accorpamento sia stata espressa a tutti i livelli istituzionali: Comune, Provincia e Regione. Il Partito Democratico solleverà la questione anche in Parlamento, affinché sia salvaguardata l’autonomia del Cossar-Da Vinci e riconosciuta la specificità del nostro territorio.
Giuseppe Cingolani, segretario del Partito Democratico di Gorizia