Il dottor Romoli, sindaco di Gorizia e presidente della Conferenza dei Sindaci, il massimo organismo politico-amministrativo provinciale con competenza in materia di sanità, è scomparso! Di lui si sono perse le tracce dal giorno della presentazione del piano dell’Azienda Sanitaria fatta dal dottor Cortiula ai sindaci riuniti in assemblea. In quell’occasione Romoli fu visto in aula, ma al momento della discussione, quando tutti attendevano il suo importante intervento, si dileguò e di lui non si seppe più nulla.
Gli rivolgiamo ora alcune domande a cui dovrebbe rispondere urgentemente chi ricopre il suo ruolo. Come pensa di mantenere la promessa fatta da lui e dal Presidente Tondo, in campagna elettorale, riguardo al mantenimento dell’Azienda Sanitaria isontina, dato che voci sempre più insistenti, provenienti dalla Regione, ne prevedono la cancellazione? Vigilerà sugli accordi di Area Vasta, portati avanti dai Direttori delle Aziende Sanitarie, per evitare che le nostre specialità ospedaliere vengano depauperate e ridotte col tempo a semplici ambulatori? Interverrà per far recedere dall’accordo che assegna i finanziamenti non più alle Aziende Sanitarie, ma all’Area Vasta giuliano-isontina, togliendoci autonomia e dignità decisionale? Non pensa che le scelte prese in Giunta Regionale penalizzino regolarmente Gorizia anche perché non ci è stato concesso un assessore goriziano? Non gli risulta strano e sospetto il fatto che manchi ancora l’Atto Aziendale, che descrive la dotazione e l’organizzazione del personale dell’Azienda Sanitaria, e quindi determina quanti e quali reparti perderanno la figura dirigenziale del primario? Ritiene che questa mancanza sia secondaria per l’operatività di una struttura, o non piuttosto il preludio per il trasferimento altrove di una serie di attività mediche? Si interesserà della sorte del centro trasfusionale? Quando sarà adeguato l’organico dei medici di anatomia patologica, perennemente in sofferenza? Pretenderà una risposta per la presenza della trombolisi in neurologia? Vigilerà sulla chiusura di medicina nucleare, che purtroppo avevamo già previsto, perché non sia definitiva, con ricadute pesanti su atri reparti e servizi? Come mai finora è sembrato occuparsi esclusivamente del punto nascita, mentre la Regione sta smantellando tutto il resto della nostra sanità ospedaliera e territoriale? Lo fa solo per avere un elemento di propaganda in vista delle prossime comunali? Viene applicato e rispettato il protocollo d’intesa tra Azienda Sanitaria e medici di base per le dimissioni protette, o tutto il peso ricade sempre sulle famiglie? Quando verrà adeguato l’organico degli infermieri per l’assistenza domiciliare, portandolo al livello delle altre Aziende Sanitarie regionali, di quella triestina in particolare? Siamo preoccupati perché a pagare come al solito saranno i cittadini più deboli: alcuni rinunceranno a curarsi, per la difficoltà a spostarsi sempre più spesso verso altre città e per le spese da affrontare.
Giuseppe Cingolani, segretario del Partito Democratico di Gorizia