Circoscrizioni a Gorizia: necessarie scelte rispettose della realtà locale e delle leggi di tutela delle minoranze

Il Partito Democratico ritiene che la riduzione delle Circoscrizioni di Gorizia ad un numero massimo di quattro, decisa dalla Regione, sia stata una forzatura che non rispetta l’autonomia statutaria del Comune, calpesta il principio di sussidiarietà e costringe ad una scelta arbitraria, che difficilmente potrà rappresentare compiutamente il tessuto vitale, storico e culturale della città.

Le spese per i consigli di quartiere a Gorizia sono già ora tra le più basse in Italia: è ridicolo voler ridurre i costi della politica partendo da qui, invece che tagliare, ad esempio, le spese di milioni di euro per l’assemblea regionale, che superano quelle di un medio stato della federazione USA. In ogni caso il risparmio nella gestione dei Consigli di quartiere si potrebbe ottenere anche diversamente, ad esempio prevedendo la gratuità della carica di consigliere circoscrizionale e, per i presidenti, un rimborso spese ridotto rispetto al compenso attuale.

Una riforma del sistema delle Circoscrizioni sarebbe opportuna, ma rispettando la realtà locale e affrontando soprattutto la questione delle loro competenze, dato che oggi hanno una scarsa incisività e di fatto non riescono ad orientare dal basso le scelte del Comune.

Se si dovesse procedere nella forzata riduzione delle Circoscrizioni prevista dalla Regione, riteniamo che vada conservata in ogni caso la peculiarità degli organi di decentramento di Piedimonte, Piuma-San Mauro-Oslavia, Sant’Andrea e Lucinico. Tali Circoscrizioni danno voce e attribuiscono un ruolo di rappresentanza nella vita amministrativa a particolari minoranze linguistiche e culturali, come previsto anche da specifiche leggi di tutela. Basti ricordare la legge nazionale 482/1999, in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche o, per quanto riguarda

Lucinico, la legge regionale 29/2007 circa la valorizzazione e promozione della lingua friulana. Inoltre a Piedimonte, Piuma-San Mauro-Oslavia e Sant’Andrea si riferisce esplicitamente il Decreto attuativo della legge 38, per la tutela della minoranza slovena.

Le Circoscrizioni citate coincidono in buona parte con gli ex-Comuni inglobati nel corso del ‘900 nell’amministrazione di Gorizia, e dunque conservano una peculiare caratterizzazione che va riconosciuta e valorizzata.

Se la Regione non vorrà concedere modifiche o deroghe al taglio delle Circoscrizioni goriziane, si potrebbero creare specifiche “associazioni di volontariato e di partecipazione”. Già oggi il nostro Statuto comunale riconosce ai cittadini e alle loro associazioni “il diritto a partecipare alla formazione ed all’attuazione delle sue scelte programmatiche ed amministrative”. Si potrebbe dunque prevedere un ruolo specifico per associazioni di quartiere che si organizzino su base territoriale, rispecchiando le peculiarità storiche e culturali dell’articolazione cittadina. Sarebbe un ritorno alla forma volontaria che aveva caratterizzato la nascita dei consigli di quartiere a Gorizia, prima del loro riconoscimento ufficiale.

Giuseppe Cingolani, segretario del Partito Democratico di Gorizia

Federico Portelli, capogruppo dell’Ulivo-Pd

 

 

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