Inserto a GORIZIA EUROPA n.1/2021
a cura di Marco Rossi, capogruppo consiliare del PD
Moltissime opere pubbliche goriziane si trascinano da anni senza che vengano completate. In altri casi, poi, ai roboanti annunci sulla stampa non è seguito nemmeno l’avvio dei lavori o la predisposizione di un vero progetto: solo propaganda.
Nel file allegato il DOSSIER completo, qui sotto un emblematico “assaggio”:
L’ASCENSORE VERSO IL CASTELLO: ETERNA INCOMPIUTA
Crediamo che non esista opera, a Gorizia, maggiormente titolata a rappresentare la lungaggine, la crescita a dismisura dei costi, l’inconcludenza che purtroppo costituiscono un vizio italico legato alle grandi opere. E questo ascensore – “impianto di risalita” – che dovrebbe
collegare Piazza Vittoria con il Castello, riassume tutte queste cose. Se ne parla dal 2000 (finanziato nell’ambito degli interventi per il giubileo della città), fu più volte contestato durante l’amministrazione Brancati ma fu solo con l’amministrazione Romoli che si passò alla realizzazione vera e propria. Nonostante che una norma della finanziaria regionale del 2005 (art.5, comma 42) per iniziativa dell’allora consigliere regionale Franco Brussa, autorizzasse la richiesta di aggiornamento del programma straordinario per il millenario della città. In sostanza la montagna di soldi regionali poteva essere destinata alla riqualificazione del centro storico: e così fece, in parte, Brancati destinando alla riqualificazione di via Rastello una quota degli stanziamenti. Fu poi con Romoli, dopo il 2007, che l’ascensore trovò un sostenitore convinto: con lui e con l’allora assessore alla cultura, Antonio Devetag, che nel 2011 dichiarava «Con la risalita meccanica si verrà a creare un circuito bello e affascinante funzionale allo sviluppo turistico e commerciale del Borgo Castello e del centro cittadino».
Ma nel 2011 il primo stop: la Soprintendenza ai Beni architettonici impone lo stop temporaneo ai lavori dopo il ritrovamento di una preesistenza muraria risalente al Basso Medioevo (nella primavera 2020 verranno ritrovati poi anche dei resti umani, aggiungendo un alone di mistero un po’ “dark” a questo infinito cantiere…), costringendo l’amministrazione comunale a correre ai ripari, variando il progetto originale. Intanto, passano gli anni e a metà 2013 Giuseppe Cingolani, allora capogruppo PD, svelava i costi dell’opera: i costi per l’inutile opera dell’ascensore al castello si avvicinavano ai 4 milioni e mezzo tenendo conto anche delle spese tecniche, degli espropri (223mila euro) e della bonifica dagli ordigni
bellici (70mila euro). Ma da allora sono ulteriormente lievitati e nel 2013 la Regione concede un ulteriore finanziamento di 1,5 milioni di euro. Intanto fallisce nel 2012 la Luci Costruzioni e successivamente fallisce pure la ditta subentrata, la Edilramon di San Biagio di Callalta. Bisogna fare una nuova
gara, e il tempo passa. La promessa di Romoli di concludere i lavori per il 2014 rimane, appunto, una promessa. Come pure la promessa di Ziberna che, a gennaio 2020, a Telefriuli annunciava che l’ascensore sarebbe stato finalmente pronto per dicembre 2020. Ma dicembre, anche questo dicembre, è ormai passato… Il costo, oramai probabilmente si colloca fra i 7 e i 9 milioni, circa 4 volte il costo originariamente previsto e i lavori, se dovessero concludersi nel 2021, saranno durati comunque ben dieci anni. Mentre ancora non è chiaro chi gestirà l’impianto di risalita: il rischio che una volta completato rimanga chiuso quasi tutto l’anno, non è affatto remoto!