“Quanto riportato circa la fallita ipotesi di mostra organizzata dall’Associazione Koinè mostra una preoccupante deriva ideologica nella gestione della cultura da parte dell’attuale giunta: è l’ennesimo scivolone nel giro di due mesi e segna un vero e proprio fallimento a fronte dell’opportunità di portare in città un grande evento. Un fallimento che, dai fatti evidenziati, è ascrivibile interamente ad una visione ideologica della cultura da parte dell’attuale giunta. Una visione peraltro incompatibile con la candidatura a città europea della cultura”.
“Non è immaginabile che le motivazioni per vietare delle installazioni artistiche siano di carattere ideologico/politico: la politica non può censurare l’arte in questo modo, e peraltro è evidente a tutti che non si sarebbe trattato certo di nulla di “sensibile”.
“Posso dire per certo che i cittadini goriziani sono un po’ più maturi e dotati di maggiore autonomia di giudizio di quanto la giunta vorrebbe far pensare, preoccupandosi di non “sconvolgerci” con installazioni che chiunque potrebbe vedere in tante città dove si organizzano rassegne ed eventi d’arte contemporanea. Forse si vuole cambiare la storia o, peggio, raccontarne una mai esistita”.
“Ritengo estremamente grave che ci si rapporti con il mondo dell’arte in questo modo, che invece di attirare iniziative e progetti in città ci allontana dalle città della cultura. Credo che questo atteggiamento del Comune possa rischiare perfino di compromettere le potenzialità della nostra candidatura a città europea della cultura”.
Marco Rossi, capogruppo PD in Consiglio comunale
Qui sotto l’articolo de Il Piccolo di oggi: