Una rappresentanza (Collini, Korsic, Rossi, Fasiolo, Peterin, Tucci, Zanella) della coalizione che sosteneva il candidato sindaco Collini, si è recata ieri pomeriggio a far visita alla Casa di Riposo Angelo Culot in presenza dell’assessore Romano e del funzionario Zambelli.
Il progressivo depauperamento della casa assistenziale, che oggi conta solo 25 ospiti, numero in assoluta controtendenza rispetto a quanto previsto nel 2009, epoca in cui si era programmata una valorizzazione della Culot, idonea ad accogliere ben 150 utenti, ha indotto i consiglieri comunali a prendere atto delle condizioni dell’edificio e dello stato dei lavori di ristrutturazione dello stabile da anni in corso e mai conclusi. Dal 2013 vi è il blocco all’ingresso di nuovi utenti.
Le conclusioni espresse dai consiglieri al termine della visita:
la Casa di riposo Culot, proprietà del Comune, modello di architettura socio assistenziale degli anni 60, soffre una condizione di mancato adeguamento strutturale, non consono, dal punto di vista dei servizi offerti, alle più moderne linee di gestione dei pazienti non autosufficienti. Un’immagine non propriamente confortante quello che è apparso agli occhi dei visitatori: è una struttura imponente, con grandi possibilità di accoglienza ospiti, oggi obsoleta e che mostra palesi segni di un disinteresse da parte dell’amministrazione. Il personale svolge con grande dedizione e professionalità i compiti previsti, ma la struttura in sé e il progetto di offerta socio assistenziale guardano al passato e non al presente o al futuro.
Perché si è abbandonato il progetto di valorizzazione del 2009? Perché in tanti anni non si è provveduto a investire nella sua ristrutturazione? Perché manca una visione complessiva di risanamento dell’edificio? Perché si provvede oggi all’ adeguamento alle norme socio assistenziali e anti incendio per una parte dell’edificio e non lo si valorizza nella sua interezza? La città, come è noto, a fronte dell’elevato numero di anziani bisognosi di cure socio-assistenziali, offre una unica casa di riposo per non autosufficienti privata “Villa San Giusto”. Perché i goriziani, i più fragili, se ne devono andare dalla loro città?
Comunque la struttura andrebbe valorizzata come una risorsa per le attività del quartiere e in tal modo si darebbe maggior vitalità agli ospiti.
Inoltre la casa va collegata e inserita in una strategia più ampia di sostegno e assistenza alle persone anziane di cui deve essere un elemento di forza e un nodo di una rete articolata e diversificata in base ai bisogni assistenziali e ai diversi livelli di autonomia possibile. Un’adeguata risposta dovrebbe prevedere infatti una politica assistenziale che privilegi la permanenza al proprio domicilio delle persone anziane e successivamente consideri e offra la possibilità di inserimento in centri diurni, oggi non presenti a Gorizia, e solo come ultima tappa preveda una adeguata struttura di ricovero che comunque offra servizi a tutela quanto meno del mantenimento della residua autonomia.
L’ampiezza degli spazi a disposizione, la collocazione il luogo tranquillo ma non molto lontano dal presidio ospedaliero San Giovanni rendono la struttura anche idonea ad ospitare l’hospice che attualmente è collocato impropriamente nel presidio ospedaliero.