Gorizia, verso le elezioni 2017

«Un fenomeno interessante – anche se in parte prevedibile e scontato – a cui stiamo assistendo nella nostra città è il fiorire di comitati elettorali, associazioni e “liste civiche” che promettono di essere la cifra caratterizzante della ormai avviata campagna elettorale per le elezioni comunali. Il Partito Democratico di Gorizia ritiene che questo fermento vada accolto e seguito con serietà e attenzione, considerandolo come un ritrovato desiderio di partecipazione da parte dei cittadini. E tuttavia perché questo fondamentale patrimonio di risorse umane, essenziale per le sorti della città, operi in modo efficace e proficuo, è necessario che non si dia vita ad un “libera tutti” che porterebbe solo alla frammentazione della scena politica, provocando disorientamento tra gli elettori e mortificando le loro sacrosante aspettative nei confronti di una classe politica e amministrativa che si vorrebbe attenta alle sorti di quel prezioso “bene comune” costituito dalla nostra città», è quanto precisa Franco Perazza a nome del PD goriziano.
È di drammatica evidenza – aggiunge Perazza – la situazione in cui si trova Gorizia, che ormai è posta di fronte ad una scelta ineludibile. «O saprà trovare dentro di sé la forza e la determinazione per difendere il suo status di “città”, per ricostruire il suo tessuto economico-produttivo, per rifiorire nella sua raffinata e gentile eleganza di città culturale , per ottenere riconoscimento di ruolo nella futura UTI, per brillare nel laboratorio di buone pratiche concrete di integrazione europea, per darsi un futuro possibile per i propri giovani, per far valere il suo ruolo nello scenario di una Regione che si dice “speciale “ anche e soprattutto per la nostra storia, per migliorare la qualità della vita di tutti i suoi cittadini. O altrimenti non resterà che rassegnarsi allo stile amministrativo di chi ormai da molti anni la governa e che la sta accompagnando “dolcemente ma inesorabilmente” al suo declino e a un futuro da piccolo e insignificante paese».
«La crisi che attanaglia la città va indubbiamente inquadrata in scenari più ampi dove globale e locale si coniugano strettamente e obbligano a confrontarsi con la complessità e la pluralità di problemi. Crisi economica e allargamento delle disuguaglianze, terrorismo, immigrazione sono le principali aree su cui tutto il mondo dovrà confrontarsi, ma per farlo occorre disporre di idee, progetti, visioni. Il peso dello Stato, un tempo volano per la nostra economia locale, è ormai marginale e lo sarà sempre di più. Con la Regione si dovrà aprire una interlocuzione forte a cui ci aspettiamo segua una risposta altrettanto forte e solidale, ma senza che si possa immaginare di delegare magicamente ad altri le nostre sorti. Il “pensiero magico” che attende soluzioni miracolose calate dall’alto deve lasciare il campo ad un “pensiero adulto e consapevole” che sostenga un agire realistico e responsabile, capace di mettere avanti l’interesse generale. Progettare il futuro non deve essere un lusso, ma spetta principalmente a noi cittadini goriziani essere protagonisti – tutti assieme ognuno per il suo ruolo – del nostro futuro e di quello dei nostri figli e nipoti».
«Siamo in grado di assumerci questo compito gravoso e per nulla facile? Ne abbiamo la forza? L’intelligenza collettiva sa quante sono le risorse umane, le capacità imprenditoriali e le intelligenze presenti in città: purtroppo non sempre valorizzate e molte volte mortificate e costrette a guardare “oltre i confini” di una città bloccata nelle sue aspirazioni e possibilità di sviluppo da chi la vuole ferma con lo sguardo rivolto ad un nostalgico passato che non potrà tornare. L’intelligenza collettiva sa bene cosa e in che direzione si dovrà agire: imprese culturali creative, logistica, turismo, zona economica speciale, “città europea”, lotta alla burocrazia, sono solo alcune tracce di lavoro su cui far convergere l’impegno e le energie sane della città. Riprogettandola nei suoi aspetti (viabilità, parcheggi, luoghi di aggregazione, offerta commerciale, accoglienza, ecc.) in funzione e coerentemente con ciò che deciderà di essere. Non meno importante sarà sostenere un welfare relazionale che valorizzi anche la cultura dei “beni comuni” e della economia solidale, così che il “sociale” – dismessa ogni connotazione passiva e assistenziale – potrà a sua volta essere agente di sviluppo, cultura e ricchezza per la collettività attraverso interventi innovativi di microimprenditorialita’ fondamentali per garantire integrazione e coesione, e contrastare fenomeni di esclusione e di marginalità. Ma l’intelligenza collettiva ci dice anche che ci si dovrà impegnare da subito nel trovare e garantire adeguata risposta alla richiesta ormai insopprimibile ed urgente di forme di partecipazione vera dei cittadini al governo della cosa pubblica. Non è più il tempo di slogan accattivanti o di promesse demagogiche che alludano a ritualità prive di concretezza: andranno proposti e costruiti nuovi e innovativi dispositivi istituzionali che permettano un continuo ed effettivo confronto con i cittadini nella identificazione di problemi e nella ricerca di soluzioni. Solo così si potrà riguadagnare la fiducia delle persone nei confronti di una reale ed efficace partecipazione alla gestione della cosa pubblica».
«Perché tutto ciò si realizzi appare necessario ed indispensabile che forze politiche e movimenti civici, in numero più ampio possibile, mantengano fra di loro un dialogo intenso e continuo per ricercare affinità di pensiero e condivisione di principi che, nel rispetto delle differenze, facciano di queste la vera ricchezza per alleanze larghe. Il Partito Democratico di Gorizia si sta da tempo impegnando, e continuerà a farlo, per sostenere e favorire un percorso di confronto e costruzione di un programma-progetto condiviso per la città che richiede coraggio e generosità, visione e passione, competenze e conoscenze, capacità di fare sistema e di possedere un ”pensiero lungo “. Il futuro di Gorizia non deve essere un lusso ma una realtà possibile».

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