Inquietante e per molti versi oscura appare la vicenda che ha portato al fallimento dell’Istituto di musica di Gorizia. Nella commissione consiliare che venerdì scorso si è svolta sull’argomento molte domande sono state aggirate dal sindaco Romoli e restano senza risposta.
Fino al 2010 il debito si manteneva intorno ai 250mila euro: come mai in soli 3 anni, dal 2011 al 2013, si è passati ad un buco di 620mila euro?
Perché non si è fatto nulla per modificare una situazione insostenibile, e il problema è esploso solo nel settembre scorso, quando un CdA inadeguato, nominato da Romoli e presieduto da Lo Medico, ha rassegnato le dimissioni in seguito all’interruzione del pagamento degli stipendi degli insegnanti? Il sindaco ha ribadito di non essere intervenuto in questi anni, di fronte allo sfascio, perché si tratta di una fondazione autonoma. Eppure è il sindaco che nomina 4 consiglieri di amministrazione su 5, e la Fondazione musicale, secondo l’articolo 21 del suo Statuto, è obbligata a presentare all’Amministrazione comunale i propri bilanci preventivi e consuntivi, non certo per offrire al sindaco un passatempo, ma evidentemente perché attribuisce al Comune un compito di vigilanza.
Interrogato sui criteri in base ai quali ha nominato il CdA che ha retto l’Istituto dal 2011 al 2013, Romoli ha detto che si “trattava di brave persone”. Una risposta che ignora ogni criterio di competenza e capacità, e basterebbe da sola a spiegare il disastro dell’Istituto.
Enormi dubbi inoltre suscita la vicenda del fallimento. Come lo stesso Romoli aveva annunciato a metà gennaio, c’era la concreta possibilità di ripianare praticamente tutto il debito, grazie anche alla disponibilità della Regione, della Fondazione Carigo e della Camera di Commercio. Il fallimento ha stroncato questo progetto.
Il punto critico è che solo un’impresa che abbia un fine di lucro può fallire. Ebbene nella sentenza si legge che il giudice ha sancito il fallimento perché dice di aver preso atto, in base alla stessa richiesta di fallimento presentata dal CdA dell’Istituto, che la Fondazione musicale sarebbe un’impresa economica, dunque a carattere commerciale. Ma la Fondazione è un ente pubblico istituito con decreto del Presidente della Repubblica, che vive prevalentemente grazie ai contributi degli enti pubblici, ottenuti proprio dichiarando di non essere un’impresa a carattere commerciale. Dunque si baserebbe su un presupposto sbagliato la sentenza di fallimento che cancella la Fondazione musicale, un patrimonio di Gorizia che ha svolto per oltre un secolo un servizio prezioso per la vita culturale del capoluogo.
Pretenderemo che si vada a fondo in quest’assurda vicenda, in cui l’inadeguatezza degli amministratori e il disinteresse del sindaco hanno aperto una nuova grave ferita nel tessuto della città.
Giuseppe Cingolani, capogruppo del Pd di Gorizia