La situazione della casa di riposo “Angelo Culot” è sempre più critica: il numero degli ospiti è sceso a 44 e recentemente, oltre al taglio di 9 ore di lavoro per i servizi di pulizia, c’è stata una riduzione di 8 ore settimanali dei servizi infermieristici e di 5 ore dell’animazione. Si tratta di tagli che vanno ad incidere sulla qualità della vita degli anziani accolti nella struttura.
A questo punto è evidente che la continuità del servizio per i prossimi anni sarà garantita solo con un’immediata riapertura degli accessi. Il sindaco in sede di discussione del bilancio, due settimane fa (quando gli anziani ospitati erano 46), ha accolto formalmente la mia raccomandazione di mantenere inalterato il numero degli ospiti fino alla conclusione del primo lotto dei lavori di ristrutturazione, che avverrà tra non meno di due anni, garantendo gli accessi di nuovi ospiti in numero sufficiente a sostituire quelli attuali che dovessero venire a mancare. Rispetto al febbraio 2012, oggi ci sono nella casa di riposo 21 anziani in meno, a causa dell’elevata mortalità e della scelta dell’Amministrazione comunale, che da più di un anno ha bloccato gli accessi. Se il blocco continuerà, alla conclusione del primo lotto dei lavori la casa di riposo sarà quasi vuota, e la soluzione scontata a quel punto sarà la chiusura: tutti gli anziani di Gorizia verranno dirottati in strutture private.
Con un numero degli ospiti in costante calo, nel 2014 il nuovo appalto per i servizi alla casa di riposo taglierà drasticamente il numero dei lavoratori impiegati, perdendo così tante eccellenti professionalità coltivate nel corso degli anni.
L’Amministrazione ha finora giustificato il blocco con il fatto che attualmente alla “Culot” non sono rispettate le normative antincendio. A parte il fatto che le nuove norme antincendio risalgono al 2002, e da allora non si è fatto nulla, le strutture comunali non a norma sono numerosissime, a partire dalle scuole, e non per questo vengono chiuse. Si tratta di garantire la sicurezza nel modo migliore possibile fino alla conclusione dei lavori. Nella sua lettera inviata recentemente alla Presidente della Regione Debora Serracchiani, il sindaco Romoli ha dichiarato che “al fine di garantire la completa sicurezza degli ospiti e del personale lavorativo l’accoglienza delle persone è stata attualmente limitata ad un massimo di 50 unità, a fronte dei 127 posti previsti e autorizzati, che gravitano entro uno spazio ridotto, prossimo alle vie di fuga esistenti”. Dunque il sindaco non dovrebbe avere problemi a garantire la sicurezza mantenendo costante il numero degli ospiti almeno a 46 unità.
Per quanto riguarda il milione di euro che dovrebbe venire dalla Regione per il primo lotto dei lavori, sono fiducioso, come ho dichiarato al Piccolo il 23 giugno, che quei soldi verranno messi a bilancio nella prossima finanziaria regionale, in approvazione a dicembre. Esigere dalla Giunta regionale appena insediata un finanziamento in tempi più rapidi, dopo che per tanti anni non si è fatto nulla, sarebbe irrealistico e pretestuoso.
Giuseppe Cingolani, capogruppo del Partito Democratico di Gorizia