Costi esorbitanti per un’opera inutile
Uno scandaloso spreco da 9 milioni e mezzo di euro: a tanto ammonteranno le spese per la costruzione dei tre inutili ascensori che formeranno l’impianto di risalita al Castello di Gorizia.
Com’è stato stabilito nell’ultima finanziaria regionale, per le prescrizioni della Soprintendenza dovute al ritrovamento di un muro antico e a causa di altre varianti al progetto iniziale, tra cui l’adeguamento alle norme antisismiche, ben 950mila euro, che in un primo momento erano stati concessi dalla Regione per l’acquisto della cabine degli ascensori, hanno cambiato destinazione e saranno utilizzati per i nuovi lavori rivelatisi necessari. L’ulteriore importo va a sommarsi ai 7 milioni e 666mila euro già preventivati per l’opera: si raggiunge così la cifra di 8 milioni e 616mila euro. A questi andranno ancora aggiunti i soldi per acquistare le cabine degli ascensori, per i quali l’importo previsto, 950mila euro, dovrebbe essere presumibilmente confermato. La somma complessiva supererà quindi i 9 milioni e mezzo di euro.
È una cifra che in tempi di crisi economica fa rabbrividire. Ad apparire scandaloso non è il fatto che si investano quasi dieci milioni di euro, ma che siano sperperati per un’opera inutile e addirittura devastante dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Nessuno avrebbe avuto nulla da obiettare se un importo del genere fosse stato stanziato, ad esempio, per ristrutturare la casa di riposo “Angelo Culot”, o per i lavori necessari a garantire la sicurezza delle scuole di Gorizia.
C’è da ricordare che il sindaco Romoli, solamente nell’aprile dello scorso anno, in campagna elettorale, dichiarò di non essere stato al corrente del fatto che avrebbe potuto usare quei soldi per riqualificare vie e piazze del centro storico invece che per costruire l’ascensore, grazie ad un articolo della finanziaria regionale del 2005, che autorizzava a ridefinire i termini del finanziamento concesso per il millenario di Gorizia. Negli ultimi giorni della campagna elettorale, messo alle strette dal sottoscritto, Romoli giunse ad annunciare l’attivazione di un arbitrato, formato da tre membri nominati da Legambiente e dal Comune, per stabilire definitivamente di chi fossero le responsabilità per la scelta di costruire l’ascensore. A più di un anno di distanza, dell’arbitrato non c’è nemmeno l’ombra, mentre i costi dell’opera continuano inesorabilmente a lievitare.
Giuseppe Cingolani, capogruppo del Pd di Gorizia