La provincia di Gorizia è stata determinante per la vittoria di Debora Serracchiani. Nelle province di Pordenone e Udine è Tondo a piazzarsi davanti alla candidata del centrosinistra, rispettivamente con oltre 10mila e 7mila voti in più. Nelle province di Trieste e Gorizia, invece, vince nettamente la Serracchiani, in entrambi i casi con 10mila voti di scarto, con un distacco maggiore a Gorizia. Ma bisogna tener presente che Trieste ha 240mila abitanti e si sono recati alle urne in 97mila, mentre nell’Isontino abitano 140mila persone di cui 63mila hanno votato. La vittoria di Debora Serracchiani nella nostra provincia ha quindi dimensioni clamorose, e senza i voti dell’Isontino avrebbe trionfato il candidato del centrodestra.
Tondo è stato certamente punito per aver snobbato completamente il nostro territorio: nessun assessore isontino era presente nella sua Giunta, e solo qualche mese fa il governatore ha incredibilmente tradito le promesse fatte nella campagna elettorale del 2008, quando aveva giurato che non avrebbe mai accorpato l’Azienda sanitaria isontina a quella di Trieste. I cittadini isontini hanno dimostrato di avere buona memoria nel momento del voto. È vero che l’Isontino è tradizionalmente di centrosinistra, ma 5 anni fa Illy aveva vinto su Tondo con la metà del vantaggio ottenuto oggi dalla Serracchiani, nonostante un calo dell’affluenza del 22%, e soprattutto oggi la candidata del centrosinistra ha vinto anche nel capoluogo, al contrario di quanto era avvenuto 5 anni fa.
Lo straordinario risultato di Debora Serracchiani nell’Isontino è dovuto anche alla vicinanza da lei dimostrata nei confronti del nostro territorio. Ricordo che molti, anche nel Pd regionale, vedevano di buon occhio lo smantellamento dell’Azienda isontina, mentre la Serracchiani ha saputo ascoltare le nostre ragioni e si è opposta al riordino di Tondo. Ci sono tutte le premesse per una svolta decisa rispetto alle politiche del passato: la nostra Regione ora può ripartire, e siamo certi che anche l’Isontino potrà tornare ad esprimere in pieno le proprie potenzialità, smettendo di essere l’agnello da sacrificare a vantaggio dei soliti centri del potere regionale, come è stato non solo nell’era di Tondo.
Giuseppe Cingolani, capogruppo del Pd di Gorizia