In questi quattro anni la giunta Ziberna si è distinta per una politica del commercio confusa, contradditoria, inefficace e, sostanzialmente, inconcludente. Quasi non varrebbe la pena commentare le patetiche giravolte del Sindaco su Mercato coperto, se non per ricordare che, sin dall’inizio, il Partito Democratico, le altre forze di opposizione ma soprattutto, quel che più conta, gli attuali esercenti del Mercato, avevano invocato una ristrutturazione soft che risolvesse i problemi di fruibilità e decoro della struttura senza interromperne l’attività: un intervento meno costoso, meno invasivo, ma soprattutto più adeguato alle dimensioni urbane della nostra città. Dove di cattedrali nel deserto ne abbiamo, ahimè, più d’una.
Vale la pena ricordare, però, che queste giravolte sono il frutto di una politica del commercio confusa e contraddittoria dove, nel corso di questo mandato, abbiamo visto succedersi proposte di segno opposto: tutte peraltro sistematicamente travolte dalle critiche, dalle spaccature in seno alla maggioranza e dal voto compatto del centrosinistra che ha opportunamente evidenziato in questi anni i punti deboli delle strategie proposte – sempre che di “strategie” sia lecito parlare. Nel 2018 era stata proposta una variante urbanistica che puntava a sviluppare il commercio nelle grandi superfici di via III armata, poi si era detto che la politica commerciale mirava a rivitalizzare il centro storico – dunque già con una inversione di 180 gradi – poi si raccontava di ipotetici rilanci dell’enoteca dell’impero, della Rosa di Gorizia (grande dimenticata da questa giunta che, questa sì, permetterebbe di proporre il marchio “Gorizia” nell’immaginario turistico!), infine del Mercato coperto passando per il centro commerciale naturale. Tutte parole che, a questo punto, sembrano il frutto avvelenato di una mera politica di comunicazione ma dietro alle quali si cela, evidentemente, il nulla assoluto. E intanto soffre la nostra economia: oltre 900 posti di lavoro persi dal 2011 al 2016, come riportato in un documento ufficiale della stessa Giunta comunale.
Ma è davvero corretto immaginare per Gorizia un futuro meramente “emporiale” come fa presupporre l’idea dell’amministrazione che il futuro passi davvero soltanto per Gambero rosso e la vagheggiata idea di un outlet in via Rastello? Perché il problema drammatico con il quale cimentarsi nei prossimi dieci-quindici anni – orizzonte temporale al quale dovrebbe pensare un’amministrazione lungimirante – è quello della crescita del commercio online che rischia di fare terra bruciata di molti negozi: ma preservare il tessuto del piccolo commercio è fondamentale, sia per non desertificare il centro urbano, sia per garantire servizi di prossimità ai cittadini, specialmente a quelli più fragili. Di questi ragionamenti non vi è stata traccia alcuna in questi anni e risulta anche difficile capire come le direzioni confuse delle proposte della giunta Ziberna possano combinarsi in un Piano regolatore più volte annunciato e di cui, ormai, è chiaro che non vedremo traccia di qui alla fine di questo mandato. Mentre è totalmente assente una politica tesa a favorire investimenti produttivi di alto livello che potrebbero fornire ai giovani goriziani la possibilità di sbocchi professionali interessanti, e favorirebbero un’inversione del trend demografico.
È chiaro che serve una nuova strategia di rilancio del commercio cittadino e mi sembra necessario che la città guardi altrove, politicamente, e che il centrosinistra debba prendere le redini dell’amministrazione comunale per consentire alla città di dare concretezza alle sue opportunità di sviluppo: il tempo della chiacchiere è drammaticamente finito per questa amministrazione comunale ormai al capolinea.
Marco Rossi, capogruppo PD in Consiglio comunale