La nostra proposta unisce a un tempo l’esigenza di recuperare questo importante comprensorio sanitario e di dotare il territorio isontino di una struttura riabilitativa e diagnostica specialista oggi assente.
La malattia derivante dall’infezione Sars-Cov2, più nota come Covid-19, non costituisce un grave problema solo nella fase acuta, da affrontare con posti letto nelle Terapie Intensive, ma rappresenta un nuovo problema sanitario che deve essere affrontato anche in una prospettiva di lunga durata.
Ed è da questo scenario che prendiamo le mosse per proporre la candidatura dell’ex sanatorio goriziano di Via Vittorio Veneto a centro specialistico dove le persone colpite dal virus potranno effettuare percorsi riabilitativi e diagnostici: un’urgenza per il nostro territorio, che non dispone di strutture riabilitative dedicate, e una razionale scelta di recupero e rilancio di un comprensorio, quello di via Vittorio Veneto, che per dimensione e impatto urbano sulla città deve trovare nuova vocazione. Ma è anche una scelta che è profondamente radicata nella nostra convinzione che questa terribile pandemia abbia sottolineato importanza e ruolo della sanità pubblica e la necessità di nuovi investimenti, che peraltro potrebbero – auspicabilmente – trovare copertura attraverso MES e Recovery plan.
Quali i presupposti della nostra proposta? Ormai sono numerose le evidenze scientifiche, raccolte da molti centri di ricerca, che dimostrano in modo certo e inequivocabile che una parte consistente di persone colpite da questa patologia soffriranno dei postumi legati alle alterazioni anatomo-patologiche lasciate dalla malattia, anche nelle forme più lievi. Si prevede un consistente aumento di patologie a carico del sistema polmonare che certamente non scompariranno una volta superata la fase acuta della malattia. Dobbiamo aspettarci di avere molti pazienti con forme di fibrosi polmonari irreversibili: per questo motivo stanno già sorgendo degli “ambulatori post-Covid”. Ma non sono solo i polmoni ad essere colpiti dalla malattia. Anche il sistema nervoso centrale subisce l’aggressione di questo terribile virus. Una ricerca pubblicata sul European Journal of Neurology ha dimostrato che 3 pazienti su 4 possono presentare sintomi neurologici quali perdita della capacità di concentrazione, deficit della memoria, disorientamento, stanchezza mentale: sintomi che possono permanere per mesi e richiedono un’attenta valutazione e un trattamento riabilitativo.
Tutto ciò che stiamo scoprendo di questa malattia ci dice inequivocabilmente che avremo bisogno di organizzare dei centri specialistici dove le persone già colpite dal virus possano effettuare in una unica sede tutte le indagini diagnostiche necessarie, con la presenza di personale altamente qualificato. Questi centri, oltre ad ospitare le attrezzature diagnostiche, dovranno avere le caratteristiche adatte ai percorsi riabilitativi necessari al recupero delle abilità cognitive e della funzionalità respiratoria come spazi ampi sia all’interno che all’esterno, palestre, laboratori, e necessariamente spazi per l’accoglienza sulle 24 ore. Gorizia dispone di un edificio inutilizzato, ma costruito a suo tempo con le caratteristiche che abbiamo descritto. È appunto l’ex sanatorio di via Vittorio Veneto, che potrebbe svolgere la funzione di Centro Covid per tutto il territorio in cui opera la Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina.
Franco Perazza, Segretario cittadino PD Gorizia
Marco Rossi, Capogruppo PD in Consiglio comunale a Gorizia