“Quando la famiglia ha lamentele da esprimere sulla docenza, su un’ ipotizzata lesione dei diritti dei figli sottratti ad un’istruzione “democratica”, può e deve riferirsi alla scuola stessa, erogatrice dei servizi: il dirigente scolastico, responsabile del corretto e buon andamento della scuola, del processo insegnamento apprendimento, garante della positività del clima delle classi e dell’intera comunità scolastica, sarà la persona con la quale interloquire, dopo aver cercato soluzione ad eventuali problemi intervenuti o intervenienti, con il docente, i docenti, il consiglio di classe, e gli altri organismi o figure professionali a ciò deputati”, lo ricorda Laura Fasiolo, già senatrice PD e membro della direzione regionale, intervenendo sul caso determinato dalle dichiarazioni, fortemente stigmatizzate dal Partito Democratico, del sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint, sull’eccessiva presenza di “insegnanti di sinistra” nella scuola.
“Il ruolo del Garante dei diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza, voluto per il Comune di Monfalcone dal Sindaco Cisint – continua Laura Fasiolo – fa intravvedere l’introduzione di una figura le cui funzioni sarebbero di vera e propria ingerenza nel mondo della scuola, un novello siracusano Orecchio di Dionisio, in grado di intercettare i docenti Troppo di sinistra. Il che lascia sbigottiti. Al Garante spetta occuparsi invece delle problematiche concernenti famiglia e minori avvalendosi di tutti gli strumenti normativi, nazionali ed internazionali, diretti a realizzare l’esclusivo interesse e tutela dell’infanzia e adolescenza, partecipare alla attenuazione della conflittualità familiare, supportare il minore nel corso dei processi di separazione, divorzio e affidamento, occuparsi dei casi di minori vittime di violenza domestica, partecipare ai tavoli regionali e nazionali.”
“Ma entrare nel “secretum”, nella “riservatezza” delle segnalazioni di adolescenti e famiglie sulle tematiche dell’insegnamento, come evidenziato in questi giorni nei social e sui quotidiani, NO, non ci sta proprio. Calpestare attraverso l’ interpretazione smisuratamente allargata della figura del Garante, principi costituzionali, non è ammissibile, né dirlo, né pensarlo. Dalla potestà di ascolto “ riservato” alla delazione, al controllo di Stato sull’insegnamento, il passo è breve. Una trovata creativa per intimidire la docenza e sferrare un colpo all’articolo 33 della Costituzione, primo comma.? Non ci posso credere. È tuttavia buona cosa ricordare che l’art.33 così recita: “ l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”. Ma si corre pure il rischio di stravolgere il DPR 275, il Regolamento sull’ autonomia delle istituzioni scolastiche (L.59 , 15 marzo 1999), che sull’ art.33 si fondano. L’ art. 1 ( Natura e Scopi dell’Autonomia delle Istituzioni Scolastiche) c.2 così recita: 2. L’autonomia delle istituzioni scolastiche e’ garanzia di liberta’ di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalita’e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento. “
Sia chiaro, caro Sindaco, lo Stato e men che meno un Sindaco, non possono INTERFERIRE sulla libertà di insegnamento che consente al docente di svolgere la propria attività senza vincoli di natura politica, religiosa, ideologica, salvo l’obbligo di rispettare le opinioni degli studenti. Rispetto che va coniugato con professionalità, libertà, democrazia. Compiti del Garante. Ben più alti e nobili, graziaddio”.