Urla e incomprensioni tra i consiglieri di centrodestra. Ed emendamenti “sgrammaticati”: Consiglio comunale ostaggio per ore della confusione nel centrodestra.
Scene surreali, ieri sera, in Consiglio comunale a Gorizia. Seduta-fiume di un consiglio comunale tenuto in “ostaggio” dalla maggioranza di centrodestra, in stato confusionale per ore, che su un ordine del giorno, in verità piuttosto banale, che rinviava l’elezione dei revisori dei conti, si è incartata su se stessa emendando più volte il testo del documento, tra errori di grammatica e vertici di maggioranza che hanno interrotto più volte la seduta. «Una serata assurda che, francamente, non è stata certo edificante per l’istituzione consiliare e la nostra città, dove abbiamo assistito a reciproce prese di distanze tra gli esponenti del centrodestra, ben 3 interruzioni della seduta che hanno allungato oltremodo i lavori (con conseguente aggravio di costi che poteva ben essere evitato) e la paradossale situazione di dover far correggere, più volte, il testo dell’ordine del giorno presentato in aula dal centrodestra per riuscire ad avere un testo che fosse comprensibile e grammaticalmente corretto: vi pare normale??», così racconta la surreale serata il capogruppo PD Marco Rossi.
Verso le 20.00 la vicenda inizia con la presentazione di un ordine del giorno da parte del consigliere Gentile di Forza Italia che propone di rinviare la discussione del punto che prevede l’elezione dei nuovi revisori dei conti. L’ordine del giorno ravvisa la necessità di chiedere alla Regione di modificare la legge che aumenta i costi degli incarichi dei revisori e quindi il costo a carico del Comune, e propone di rivedere il sistema di nomina restituendo maggiore autonomia al Consiglio. La nuova legge, del 2015, prevede infatti che i 3 revisori siano eletti dal Consiglio nell’ambito di una rosa di 9 nominativi “sorteggiati”. Opinioni diverse dei consiglieri in aula, con il PD fermamente contrario alla proposta: «Sul merito dell’ordine del giorno abbiamo votato contro, in quanto riteniamo che il sorteggio previsto dalla nuova norma sia complessivamente una garanzia di imparzialità dell’organo di controllo, pur essendo d’accordo sulla necessità di ridurre gli emolumenti previsti per l’incarico, effettivamente molto più alti di quanto fino ad oggi praticato. Tuttavia portare una proposta di questo tipo a sorteggio già avvenuto è da ritenersi scorretto e, per certi versi, perfino sospetto, come abbiamo evidenziato in aula», sottolinea il consigliere Rossi a nome del Partito Democratico.
Ma lo “show” è iniziato per le frizioni interne alla maggioranza. Dapprima una lunga sospensione per consentire di fotocopiare e distribuire l’ordine del giorno del consigliere Gentile. Poi tensioni interne al centrodestra sfociate in prese di distanza da parte di alcuni esponenti del centrodestra, e “scenata” di Gentile che, in aula, ha pubblicamente annunciato le dimissioni (vere o “fake” non si è capito) da capogruppo di Forza Italia. Con “corollario” di urla tra i consiglieri di centrodestra che, pochi minuti dopo, provengono dal corridoio mentre in aula prosegue la seduta.
Nuova e lunga interruzione per vertice di maggioranza; al rientro, viene presentato un emendamento all’ordine del giorno, che però non soddisfa tutta la maggioranza e, alla fine, si scopre essere scritto in maniera grammaticalmente scorretta. Terza pausa, questa volta chiesta dal presidente Cagliari per consentire di risolvere il caos. Una lunga pausa, ormai a tarda ora, al termine della quale sembra essersi ristabilita la pace tra i consiglieri di maggioranza. «Insomma, non è la prima volta che la maggioranza si avvita su se stessa su questioni di per sè marginali (risolvibili lasciando ampia libertà di coscienza ai singoli consiglieri) ma che, evidentemente, fanno emergere tensioni interne mai sopite», conclude Rossi.