Qui sotto l’articolo del Messaggero Veneto di oggi, di Alessandro Caragnano.
«Buongiorno Gorizia». Un saluto stampato a chiare lettere sulla vetrofania del quartier generale scelto da Roberto Collini e dalla coalizione di centro sinistra per gli ultimi due mesi di campagna elettorale prima dell’appuntamento con il primo turno, il prossimo 11 giungo. Percorsi goriziani, Partito democratico, Gorizia 100 sogni, dove hanno trovato casa anche i candidati espressi dalla Slovenska Skupnost, e Gorizia è tua saranno le liste (e i simboli) che i goriziani ritroveranno sulla propria scheda accanto al nome dell’ex giornalista Rai, che ieri mattina ha inaugurato la sede elettorale di corso Verdi 55, già sede della Kmecka Banka, quasi di fronte ai giardini pubblici, dove sarà proposto per martedì un primo incontro pubblico su una costellazione di temi legati al castello, dal bastione fiorito all’ascensore, fino a scendere in piazza Vittoria e galleria Bombi. Insieme a Collini, tutte le anime della coalizione di centro sinistra, allargata anche a Cittadini per Gorizia, Italia dei valori (che ha fatto recapitare un in bocca al lupo dal segretario nazionale Ignazio Messina) e circolo “Camillo Medeot”. «Abbiamo scelto lo slogan “Buongiorno Gorizia” perché dobbiamo constatare che la nostra città ha imboccato il viale del tramonto» ha detto il candidato sindaco, «e il nostro compito sarà quello di evitare che su Gorizia cali il buio della notte. Dobbiamo invertire la tendenza che ha visto in questi anni la perdita di identità, popolazione e risorse economiche, se non per piccole iniziative che definisco “grampa e scampa”. Gorizia viene soffocata dai campanilismi tra Udine e Trieste, ma non dimentichiamo che qui sono state gettate le basi per arrivare al riconoscimento della specialità regionale». L’apertura della sede elettorale, che tra il pubblico ha visto la presenza dei senatori Laura Fasiolo e Alessandro Maran, e dell’ex presidente della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta, è stata inoltre l’occasione per una prima stoccata a Rodolfo Ziberna. «Vedendo alcuni manifesti affissi in città, ho avuto la percezione che le elezioni non siano amministrative», ha detto Collini, «problemi come l’immigrazione sono sentiti da tutti e non solamente da una parte politica».